SOGGETTI INTERESSATI:
Persone Giuridiche
Persone Fisiche

RIFLESSIONI – DISCUSSIONE – PROPOSTE

LO SCENARIO:

Migliaia di aziende con conti correnti bancari pignorati da “ Agenzia delle Entrate – Riscossione” ,  rischieranno la chiusura dell’attività, fallimento e non potranno versare tasse pagabili oggi solo telematicamente.
Tutti indistintamente ( ad eccezione degli Evasori ) devono lanciare  un s.o.s. al parlamento per l’ attacco ai conti correnti dei contribuenti italiani, prima di una sicura tragedia e collasso dell’economia.
E’ forse inutile  chiedere un  intervento urgente del governo per far fermare/sospendere il sistema di riscossione tributi che ha messo e metterà sotto torchio non solo i cittadini ma ora anche le imprese senza alcuna  tolleranza, correttezza e trasparenza .
A questo punto  qualcuno suggerisce:
”meglio chiudere subito i conti correnti per evitare ingiustificabili e temerari pignoramenti consentiti dal legislatore ad Agenzia delle Entrate – Riscossione “  .

Soluzione sicuramente < NON PRATICABILE >

Per una legge senza dubbio costituzionale ma pericolosa  “ AdE-R ” preleverà denaro dai conti correnti dei contribuenti come al bancomat senza PIN e soprattutto anche in base alle solite cartelle pazze, di conseguenza le aziende correranno il rischio di subire protesti , non potranno pagare né i  dipendenti e fornitori,  le tasse che si versano ormai solo telematicamente tramite conti correnti, sino al fallimento.
Dopo le cartelle pazze, i fermi auto, i pignoramenti degli stipendi, le ipoteche sulle case e le vendite immobiliari a mero valore catastale (acquistati da speculatori che tentano poi di rivendere il bene al malcapitato contribuente a prezzo maggiorato ).
Lo Stato, oltrepassando ed ignorando qualsiasi principio costituzionale e finanche la convenzione a salvaguardia dei diritti dell’uomo con ESECUZIONI senza preliminare processo, ha dato il via ad un’altra prova di forza contro i contribuenti italiani e addirittura contro le imprese e lavoratori oramai tutti prossimi al fallimento per impossibilità di poter resistere ed operare senza mezzi e strumenti finanziari . AdE-R  tramite l’utilizzo dell’anagrafe tributaria è a conoscenza diretta di tutti i conti correnti degli italiani,  avviando  una nuova procedura di riscossione ossia pignoramenti presso terzi e prelievi direttamente dai conti correnti bancari dei presunti contribuenti morosi, così come risultanti al solo loro computer, anche per cartelle esattoriali non dovute, mai notificate, sospese oppure oggetto di sgravio, importi maggiorati di gravosi interessi che sarebbero usurari per qualsiasi altro creditore .

Di questa persecuzione sono già vittima migliaia di imprenditori ed aumenteranno in forma esponenziale, i quali  senza aver mai ricevuto prima alcun avviso e in taluni casi pur non avendo alcun debito con l’esattoria o cartelle in sospese saranno  contattati al telefono dal direttore di banca che li informerà  del blocco dei conti correnti e del pignoramento del denaro da parte di AdE-R , con l’intimazione di non operare con tali conti ed eventuali assegni bancari onde evitare protesti e dinieghi di pagamenti, ossia un sicuro fallimento dell’azienda. Un sistema che porterà al collasso l’intera economia e produrrà danni incalcolabili a tal punto che anche eventuali debiti non saranno mai pagati da chi è messo in ginocchio e costretto solo ad azioni estreme < quanti casi di suicidio si contano in Italia – dimenticati troppo presto > .
L’inutilità di iniziare un procedimento legale a difesa dei diritti dei contribuenti visti i tempi lunghissimi della giustizia e quelli istantanei e telematici dei signori della riscossione, con anni di attesa rispetto ai veloci e disumani strumenti dello Stato
Oggi, più che mai, il contribuente onesto, sia come persona fisica che giuridica, avverte l’esigenza di tutelarsi da AdE-R, soprattutto a seguito dei poteri abnormi  conferiti alla medesima al punto da consentirle una iscrizione  ipotecaria su immobili (con la franchigia di soli €. 20.000,00) o pignoramenti di conti correnti in via diretta ed immediata.  Il tutto sulla base di Cartelle esattoriali  che oggi rivestono efficacia di titoli esecutivi. Immaginiamo lo scenario devastante per le PMI, l’artigiano, il professionista, e tante altre oneste categorie di imprenditori-lavoratori, ciascuno alle prese con scadenze ravvicinate verso terzi (stipendi verso dipendenti, canoni locatizi, versamenti di imposte dirette/indirette, rate di mutuo, eccetera); improvvisamente si troveranno nell’impossibilità di adempiere anche alle scadenze ordinarie. Logico ed inevitabile corollario: intimazioni in mora, decorrenza immediata di interessi di mora, richieste di rientro, sfratti per morosità e via dicendo con il conseguente nefasto effetto domino di aggiungere, ad una esposizione incerta ed il più delle volte fortemente controversa con AdE- R, ad una esposizione certa ed ormai ingovernabile con terzi soggetti. L’impossibilità di porre in essere una valida contromisura nell’immediato (dal momento dell’impugnazione alla concessione della -per nulla scontata- sospensione possono trascorrere anche mesi) unitamente all’assoluto esonero da responsabilità per l’Ente di riscossione in caso di esito vittorioso del giudizio (in caso di accoglimento, raramente la Commissione Tributaria e/o altro Organo di giustizia emetterà  sentenza di condanna a carico di AdE-R , e quando viene emessa, è soltanto simbolica) costituisce il pregiudizio più grave per il contribuente-imprenditore.

PRECISIAMO: PAGARE LE TASSE E’ UN DOVERE CIVICO DI TUTTI

E’ altresì giusto perseguire TUTTI coloro fanno dell’evasione ed elusione fiscale la propria principale Fonte reddituale a danno di tutti quei contribuenti, lavoratori dipendenti ed autonomi, che fra mille difficoltà adempiono ai propri obblighi. Una maggiore equità ed una minore Pressione Fiscale, potrebbero rappresentare una delle tante Soluzioni che da più parti quotidianamente  vengono proposte e riproposte, ad oggi tanta Teoria e poca Pratica.
Sono trascorsi oltre otto  anni dall’inizio della Crisi globale, sono intervenuti eventi e mutamenti economici che hanno investito in maniera devastante l’intera società, stravolgendo tutti i comparti del nostro quotidiano, il nostro modo di essere, di pensare e soprattutto la speranza per un Futuro Migliore.

Posti di lavori PERSI Aziende che chiudono Disoccupazione a livelli record

Recessione

Da una Analisi e ricerca condotta in concerto con “ Studi Professionali – Associazioni di Categoria“ ubicati sull’intero territorio ( sud-centro-nord ) abbiamo riscontrato una Similitudine straordinaria su alcune componenti delle Voci di Bilancio delle aziende italiane.

Dal 2009 la voce < Debiti Tributari > ha assunto proporzioni esponenziali. Le motivazioni sono da ricercarsi sia su una pressione fiscale che globalmente vale circa il 62{988df92c3e728b482eaddc805f7730604f72bb57b42655c5b67d75f06d5ce55d} – insostenibile per chiunque, soprattutto in periodi di crisi recessiva, come quelli attuali , che per taluni è un evento ormai superato.
Gli imprenditori che cercano di adempiere ai loro obblighi contributivi, ricercando soluzioni c/o il sistema bancario, ricevono il diniego assoluto.
Ovviamente ci si ritrova dinanzi ad un bivio, sottrarre quel minimo di “ liquidità “ per pagare < IMPOSTE e TASSE > o utilizzarle per continuare a sostenere le attività produttive dell’azienda ????
La scelta naturale, ricade nel non sottrarre Liquidità alla azienda, con tutte le conseguenze che ne derivano da tale decisione. ( multe + more + interessi e varie, che portano il debito iniziale a raddoppiarsi in poco tempo.
Le sanzioni vanno dal 30 al 100{988df92c3e728b482eaddc805f7730604f72bb57b42655c5b67d75f06d5ce55d} e secondo il parere dell’ agenzia non può essere definito un tasso usuraio perché non e’ applicato su un prestito. Nella maggior parte dei casi esaminati, evidenziamo che l’avviso da parte dell’ Istituto bancario, riguarda maggiormente non il < FATTO > bensì l’EFFETTO, e nello specifico il preavviso che su detto conto/posizione è sospesa qualsiasi OPERATIVITA’ Nel 90{988df92c3e728b482eaddc805f7730604f72bb57b42655c5b67d75f06d5ce55d} dei casi analizzati, è l’anticamera dell’INSOLVENZA, con le conseguenze DISASTROSE, sottolineate dalle varie Associazioni di Categoria. Da qui la necessità di trovare una tutela pregnante che possa attribuire al contribuente Italiano una “ PARI DIGNITA “.

Il silenzio delle  associazioni di categoria, dei professionisti, è quasi imbarazzante, come se la questione non rientri nella propria sfera di interesse. Tutelare il proprio associato e cliente deve essere un dovere. Oppure si ipotizza di trarne un giovamento istituzionale e o professionale elargendo soluzioni e consulenze individuali e privatistiche. Il Fisco ha già predisposto l’iter che il contribuente dovrà seguire:
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione infatti nel momento in cui notifica la cartella di pagamento, essendo un atto esecutivo equiparabile al precetto, non deve promuovere la citazione in giudizio del terzo e attendere l’udienza come nella procedura civile ordinaria ma potrà direttamente pignorare il conto corrente, decorsi i 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento. Nella prassi l’ente di riscossione notifica l’atto di pignoramento in primis all’istituto bancario e dopo al debitore, invitando quest’ultimo a pagare l’importo entro il termine di 60 giorni.

Se il debitore non assolve al pagamento della somma dovuta entro il termine citato, il Fisco richiederà alla banca di versargli l’importo senza attendere alcuna autorizzazione da parte del tribunale. La disposizione introdotta dal D.L. 193/2016 si ripercuoterà in modo devastante nei confronti del contribuente in quanto potrà essere privato direttamente delle somme disponibili sul proprio conto corrente che verranno utilizzate per saldare i debiti che ha con il Fisco.

Tuttavia il contribuente, per impedire il pignoramento del conto può presentare nei 60 giorni dalla notifica della cartella di pagamento l’istanza di dilazione; una volta ottenuto l’accoglimento e pagata la prima rata potrà presentarla all’ente e ottenerne lo sblocco. Esaminiamo adesso il procedimento d’impugnazione dell’atto di pignoramento. Trattandosi di un atto di esecuzione forzata, può essere impugnato di fronte al giudice ordinario e non presso il giudice tributario. Difatti, l’articolo 2 del Decreto Legislativo n. 546/1992 dispone che sono soggette alla giurisdizione delle Commissioni Tributarie le controversie aventi ad oggetto i tributi di ogni genere e specie, escluse solo quelle riguardanti gli atti dell’esecuzione forzata tributaria successivi alla notifica della cartella di pagamento.

Pertanto il procedimento previsto dall’art. 72-bis del D.P.R. 602/1973 è di tipo esecutivo.
Quanto a motivi che possono essere eccepiti dal contribuente si citano:                                                                             1. la mancanza della comunicazione dell’avviso ex art. 50 del D.P.R. 602/73 se è trascorso oltre un anno dalla notifica della cartella di pagamento;

2. tra il tempo in cui la cartella è stata notificata e quello dell’attivazione del procedimento di pignoramento presso i terzi sono passati meno di 60 giorni.

Un cenno va fatto sul rapporto esistente tra il potere di pignoramento dei conti correnti conferito all’Agenzia delle Entrate-Riscossione e la violazione del diritto alla legge sulla privacy.
È evidente che con l’introduzione della disposizione in esame potranno essere acquisite informazioni sulla consistenza dei conti correnti e pertanto niente è nascosto al Fisco. Ci si chiede se in tale circostanza sia leso il diritto alla privacy. Sul punto la Corte di Cassazione con Sentenza 17203/2013 ha affermato che non sussiste alcuna violazione della privacy, nel momento in cui la società di riscossione richiede al terzo l’acquisizione dell’apposita dichiarazione al fine di conoscere l’importo delle somme.

E ciò in quanto l’ente agisce sulla base di un potere conferito dalla legge”

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