Le misure legislative appena varate hanno in parte riscritto la disciplina previgente in materia di equo compenso dei professionisti.

In particolare è stato previsto che il compenso delle prestazioni professionali debba risultare proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, nonchè al contenuto e alle caratteristiche della prestazione.
Ovviamente, per le professioni ordinistiche l’equo compenso sarà valutato tale in rapporto alle Tabelle Ministeriali dei parametri utilizzati in sede giudiziale.
Pertanto, integrando quanto già previsto dal Jobs act dei lavoratori autonomi, vengono considerate abusive e prive di effetto le clausole contrattuali che possono danneggiare il lavoratore autonomo, come ad esempio:

  • la modifica unilaterale del contratto da parte del committente;
  • il recesso senza congruo preavviso nel caso di contratto con prestazione continuativa;
  • il contratto non in forma scritta.

In queste ipotesi, infatti, è previsto anche il risarcimento dei danni.

Gennaio 2018