La rilocalizzazione delle aziende in madrepatria è un fenomeno recente caratterizzato dalla volontà manageriale di riportare nei Paesi di provenienza le attività di produzione e di business, che in precedenza erano state trasferite in un Paese straniero.
In passato le cause che portavano gli imprenditori italiani a espatriare all’estero, quali ad esempio il basso costo del lavoro, la bassa tassazione e i bassi costi energetici, attualmente hanno una tendenza incostante e perciò, in alcuni casi, non risulta più conveniente decentrare all’estero.
Da qui nasce la volontà di rimpatriare le attività di business al fine di ottenere soprattutto un maggiore controllo, una riduzione dei tempi di consegna e una maggiore qualità dei prodotti.
Tuttavia gli aspetti positivi non si fermano qui perché secondo vari studi la rilocalizzazione permette un ammortamento anche dei costi di proprietà, una riduzione dei costi di trasporto, un miglioramento dei salari, nonché una facilità di risposta ai clienti oltre ad un’efficiente gestione del magazzino. Non da meno aumenta la produttività e anche l’impatto sull’immagine dell’azienda e sui prodotti e servizi offerti.
Inoltre, è bene evidenziare come nel panorama internazionale stiano cambiando molte cose, poiché è in atto un processo di redistribuzione del reddito, infatti i Paesi emergenti stanno attraversando una fase di crescita dei salari come conseguenza della crescita economica; i Paesi industrializzati, al contrario, stagnano a causa della crisi.
Ad esempio la Cina è il Paese che in passato ha maggiormente beneficiato dei processi di delocalizzazione ma negli ultimi anni ha subito un’impennata dei salari. Infatti, come avvenuto negli anni ’60-’70 nel mondo occidentale, anche in Cina i lavoratori stanno diventando sempre più consapevoli dei loro diritti e li rivendicano. Perciò non è da escludere che aziende manifatturiere, ma anche multinazionali, adotteranno l’opzione della rilocalizzazione.
Per quello che ci riguarda più da vicino è bene sottolineare che il rientro della produzione nel nostro Paese non avviene per una politica industriale governativa, ma generalmente rappresenta una scelta spontanea dell’azienda dettata dalla volontà di sfruttare l’ecosistema italiano favorevole alla produzione di beni di qualità.
In Italia attualmente i settori maggiormente interessati dal fenomeno della rilocalizzazione sono il tessile-abbigliamento, la meccanica, il farmaceutico, il settore bio-medicale e quello dei trasporti.
Settembre 2016